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UN’ESTATE AL MARE? MEGLIO LA CAMPAGNA…

Quest'anno andare al mare sarà un'impresa e un salasso al portafogli. Si prevedono intolleranze e bruschi ritorni in città dove sarà possibile riposarsi meglio che altrove.

“…Ogni anno, non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare!..”. Chi non ricorda la canzone tormentone dell’estate 1963 cantata da Piero Focaccia? Tutti dai 50 in su tranne, ovviamente, i giovani. Ma quanta verità in quel motivetto all’italiana? Quest’anno, infatti, non saranno più le stesse spiagge e, di conseguenza, il mare ci apparirà diverso. Un metro di distanza anche in acqua, mascherine a portata di mano e niente feste con danze e scherzi sulla battigia. Queste sono le regole che l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha stabilito per una frequentazione sicura delle spiagge in piena fase 3. Certamente in questo periodo di grande difficoltà, dal punto di vista sanitario ed economico, l’imprenditore concessionario dello spazio demaniale, se lungimirante, non dovrebbe aumentare le tariffe d’ingresso o l’affitto delle cabine e di altri servizi. Alcuni di loro, infatti, stanno convertendo la propria attività, per quest’anno solare, per riuscire ad arrivare in pareggio, mantenendo la propria clientela. Ma la maggior parte degli imprenditori con molta probabilità aumenterà il costo delle cabine a causa del ridotto numero di bagnanti. In questi casi e’ necessaria quell’importante dote manageriale che non tutti possiedono. Per adesso il tempo delle “vacche grasse” è finito. In ogni caso la passeggiata in “campagna” rimane sempre una valida alternativa per un po’ di refrigerio dalla calura estiva.

Un lido balneare in Sicilia attrezzato ai sensi delle vigenti normative anticontagio.

È certamente una estate particolare e diversa dalle precedenti, infatti viene raccomandato di prenotare l’accesso agli stabilimenti (anche online), eventualmente per fasce orarie, in modo da prevenire gli assembramenti. Necessario anche registrare gli utenti soprattutto per rintracciare  eventuali contatti a seguito di contagi, infatti vi è l’obbligo di mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di almeno 14 giorni, nel rispetto della normativa sulla privacy. Purtroppo bisogna aggiornare, rivedere e correggere il concetto di libertà specie in questi casi perchè tuffo libero e tintarella dove vuoi non esistono più. Il senso civico dovrà prevalere sulle intemperanze. Peraltro con oltre 7.000 km di coste e un numero elevato di aree di balneazione (1/4 del totale europeo) abitate da 17 milioni di persone, che possono anche raddoppiare in alta stagione, il turismo balneare può diventare rischioso perché le occasioni di affollamento, vicinanza e contatto sono più frequenti in stabilimenti, spiagge attrezzate o di libero accesso.

Ombrellone quanto mi costi? Prezzi alti un po’ in tutta Italia. 

Bisogna garantire anche il distanziamento interpersonale anche dei bambini di almeno 1 metro tra persone non appartenenti allo stesso nucleo familiare, in ogni circostanza, anche durante la balneazione. Il controllo della temperatura corporea del personale e dei bagnanti servirà per evitare possibili contagi. Verrà interdetto l’accesso in caso di temperatura corporea superiore ai 37,5°C. È vietata qualsiasi forma di aggregazione che possa creare assembramenti come attività di ballo, feste, eventi sociali, degustazioni a buffet ed concerti, con la sola eccezione di quelli esclusivamente predisposti per l’ascolto con postazioni sedute che garantiscano, sempre, il distanziamento interpersonale. Bisogna sanificare in modo regolare e frequente ogni attrezzatura come sedie, sdraio, lettini e ogni altra suppellettile. Insomma una serie di norme la cui messa in pratica diventa un problema assai serio per tutti. 

Purtroppo sarà molto difficile il controllo nelle spiagge libere poichè informative e sorveglianza, in ambienti di libero accesso, risulta di difficile attuazione. Pertanto in questo ambito sono chiamati i sindaci ad applicare ogni adeguata misura volta a garantire condizioni di riduzione dei rischi e, ove necessario, a intensificare l’attività di vigilanza sul rispetto delle misure da parte dei bagnanti. Bisognerà poi regolamentare gli accessi per consentire il distanziamento interpersonale e individuare le procedure di sanificazione delle attrezzature e delle aree comuni.

Maggiori controlli nei depuratori

Rimangono obbligatorie le misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani, nonché lo starnutire e/o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito. Per quanto riguarda le mascherine dovranno essere smaltite con i rifiuti indifferenziati. L’Istituto Superiore di Sanità, però, pubblica un rapporto in cui indica non solo le regole per i bagnanti e i gestori degli stabilimenti ma anche le indicazioni semplici di tipo tecnico che riguardano i controlli ambientali che vanno dal funzionamento dei depuratori, al controllo delle acque reflue e degli scarichi illeciti.

Gli esperti chiariscono che deve essere rafforzata la vigilanza su eventuali scarichi illeciti di reflui nei corpi idrici (mare, fiumi, laghi), sugli impianti di depurazione e sugli scarichi da imbarcazioni. Particolare attenzione  nelle analisi delle acque aperte alla balneazione. In questo caso non è cambiato nulla, si dovranno fare più frequentemente.

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