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ROMA – ADDIO AI VECCHI 5 STELLE DA PIAZZA. BENVENUTO AL PARTITO TRADIZIONALE ANCORATO ALLE POLTRONE

Quello che fu il movimento del comico genovese ha salutato per sempre le battaglie contro la casta e la malapolitica allontanandosi sempre di più dalle esigenze dei cittadini. Quello di oggi è un partito saldamente ancorato agli scranni e molto sensibile al potere.

Roma – Nel M5S gli anticorpi hanno il sopravvento e danno forma ad una nuova strategia politica deformante. Così dopo le alleanze, tanto criticate ed avversate ma realizzate nell’attuale legislatura, in molti propongono una nuova leadership che rinvigorisca i Grillini. Insomma si cerca di avviare il partito di Grillo verso una nuova strada, poco importa se le tante battaglie verranno messe nel cassetto dei ricordi.

Benvenuti dunque nel mondo politico reale. Una nuova alba per i Pentastellati. Addio ai Vaffa-Day, alle battaglie contro la casta, alle cannonate contro sprechi e soprusi nei riguardi dei cittadini. Adesso spazio a inciuci e compromessi politici, comunque vadano le cose, pur di rimanere appiccicati alle poltrone.

Quando prendevano in giro gli italiani con il Vaffa-Day

Dunque al via la corsa per la ricerca di nuove sedi fisiche sui territori, per poi abbandonare il rapporto con la piattaforma Rousseau, tanto decantata e criticata dagli stessi cittadini grillini. Il 2020 è stato l’anno della trasformazione del Movimento 5 Stelle, un po’ meno movimento e sempre più partito. Anzi oggi come oggi solo partito.

Il primo colpo di scena è avvenuto proprio il 22 gennaio scorso con le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico il quale, con lo snodo della cravatta ha impresso, piaccia o meno, un nuovo cliché al movimento. Di Maio durante il primo saluto da ministro degli Esteri ha spiegato che è arrivato il momento di “ripensare” al M5S. Il testimone, transitoriamente, veniva ceduto al sottosegretario di Stato Vito Crimi, membro anziano del Comitato di Garanzia, per consentire l’approdo verso nuovi lidi.

Vito Crimi nella parte di Caronte

In questo clima di “macchine indietro tuttaAlessandro Di Battista pensa che è arrivato il momento dell’impegno diretto e crea un suo gruppo per riprendersi il movimento da dove lo aveva lasciato. Ma non è così facile come sembra. Perché il potere maturato come protagonisti di governo ha fatto cambiare fisionomia ai tanti Grillini della “prima ora”. Giulio Andreotti, nel bene e nel male, aveva ragione: “Il potere logora chi non ce l’ha ma non solo, logora anche chi vorrebbe averlo e non ci riesce. Così cambiano atteggiamenti e strategie.

Benvenuti nel mondo concreto dei “pescecani”. Certamente la scelta di Crimi doveva servire per una reggenza breve, con l’obiettivo di traghettare il Movimento agli Stati Generali di marzo. Ma l’emergenza Covid ha costretto i Pentastellati a rinviare al 14-15 novembre l’appuntamento congressuale che, di fatto, ha ridisegnato l’ossatura del partito di Grillo. 

Infatti dopo un lungo confronto con i territori viene partorito un documento messo ai voti su Rousseau, con un dato sconvolgente, la base grillina, a dicembre, dice sì a tutti i 23 quesiti redatti dal capo politico. Una vera rivoluzione che per molti si trasforma in un’autentica involuzione che porterà i Cinque Stelle a percentuali di normale concorrenza, al ribasso.

Il potere logora chi non ce l’ha, di Giulio Andreotti

Adesso i cittadini non hanno più rivoluzionari all’interno del sistema, utili per scardinarlo, ma solo nuovi adepti, indispensabili per piantare radici più solide e fruttifere. Nel nuovo corso si intende privilegiare la sede territoriale che comunque c’era anche prima ma non contava nulla perché l’organizzazione era centralizzata e ogni decisione veniva condivisa sulla piattaforma Rousseau.

La constatazione, insomma, di un vero fallimento dell’ideologia portata avanti, per anni, con grande rumore di tamburi. Una battaglia che avrebbe dovuto innovare e rendere più fluida la democrazia. “Uno vale per uno” mentre si è infiltrata nella società una rappresentanza totalitaria, quella “dell’Uno che vale per tutti”, centralizzata e lontanissima dalle periferie. Comunque stiano le cose la novità più importante riguarda la governance, infatti le funzioni oggi attribuite al capo politico saranno trasferite ad un “organo collegiale ad ampia rappresentatività”. Gongola così Di Maio, che ritiene l’iniziativa come una propria vittoria.

Luigi Di Maio: il nuovo che guarda al vecchio con la bava alla bocca

La “normalità” sembra avere il sopravvento ma secondo le indicazioni degli attivisti sarà delocalizzata anche la gestione delle risorse economiche e potenziato il sistema del finanziamento territoriale. Intanto si allenta il vincolo tra M5S e Rousseau, così i rapporti con il gestore della piattaforma grillina saranno, a quanto pare, ”regolati da apposito contratto di servizio o accordo di partnership. Ed era ora.

Rimane la regola dei due mandati anche se nelle candidature regionali, politiche ed europee saranno adottati meccanismi di valorizzazione di chi ha effettuato il mandato da consigliere comunale”. Un modo come un altro per rimangiarsi quanto sbandierato ai quattro venti in campagna elettorale. In sostanza cade definitivamente il tabu delle alleanze, della piattaforma multimediale, del cittadino che partecipa direttamente, con le proprie proposte, all’attività parlamentare. Come volevasi dimostrare.

Alessandro Di Battista, con l’intenzione di riprendersi il maltolto

Scompaiono per sempre i Cinque Stelle da piazza e nasce un altro soggetto politico. Il prossimo step sarà la campagna elettorale interna per la nuova segreteria politica. Tutto dipende dai rapporti che si instaureranno fra Di Battista e Di Maio, gli amici-nemici di sempre. 

 

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