HOME | LA REDAZIONE

L’AMIANTO INSIDIOSO COME IL COVID-19. A BIANCAVILLA UN DOPPIO NEMICO.

Le fibre di asbesto, undicimila volte più piccole di un capello, sono letali per inalazione come per il Covid-19. La cittadina di Biancavilla è circondata dall'amianto e, geli anni, sono morte centinaia di persone uccise dal mesotelioma pleurico. Le mascherine potrebbero proteggere anche dall'insidioso minerale che qui si trova dappertutto.

Biancavilla – Il grande comune etneo rimane un problema irrisolvibile dal punto di vista della salute pubblica. L’amianto del suo territorio continua a uccidere come un killer implacabile e a farne le spese sono i cittadini residenti colpiti dal letale mesotelioma pleurico, il tumore che colpisce gli esposti ed ex esposti all’asbesto. Biancavilla conta poco più di poco più di 21 mila abitanti. Un paese che vive di agrumicultura e allevamenti ma dove il tasso di disoccupazione tende sempre a numeri considerevoli. Un paese che dire inquinato è dire poco.

Cristalli di Fluoro-edenite altamente cancerogena.

Biancavilla è una sorgente naturale di amianto e non c’è famiglia che non abbia pianto o che non debba piangere, ogni anno, almeno un congiunto ucciso dalle fibre della Fluoro-edenite, un minerale asbestiforme di forma prismatica presente nelle lave associato ad altri elementi come quarzo, ilmenite ed altri. Insomma Biancavilla è circondata dalla lava dell’Etna ma in questa pietra nera un tempo incandescente, si è formato questo minerale che, una volta scoperto negli anni ’90, è stato oggetto di enorme produzione industriale senza conoscere gli effetti sulla salute.

Ex cava monte Calvario.

Da anni, e a parte i divieti tassativi di lavorazione, la Fluoro-edenite ha manifestato ampiamente i suoi poteri patogeni sull’uomo che sono la causa del mesotelioma pleurico e peritoneale. Biancavilla dunque è un caso raro di zona malsana vicinissima al monte Calvario, un’area estrattiva dove le fibre del citato minerale raggiungono forti concentrazioni e che si aggiungono alle polveri delle cave dismesse e degli elementi edilizi con i quali è stata costruita la cittadina che conterebbe, ancora, centinaia di fabbricati, anche abusivi, realizzati con materiali non conformi alle vigenti norme a tutela della salute pubblica.

Rimozione dell’amianto da alcune palazzine. Ben poca cosa.

La miopia di certa politica e il depauperamento del territorio ai fini estrattivi hanno fatto di Biancavilla una cittadina da cui stare distanti e dove non è stata intrapresa alcuna iniziativa concreta mirata alla salvaguardia della vita dei cittadini. Infatti a Biancavilla si continua a morire tra l’indifferenza delle istituzioni ai vari livelli e, forse, anche della stessa collettività stanca e ormai rassegnata da anni di inutili promesse e sterili slogan da campagna elettorale.

Dino Pappalardo con i suoi fans e mascherine antiamianto.

Come non ricordare la canzone del rapper siciliano Picciotto, al secolo Dino Pappalardo, Sotto casa mia?:

”…C’è bisogno di sapere per avere le giuste cure, supporto e vite più sicure – raccontava qualche anno fa il cantante di 43 anni, chimico, nato a Biancavilla – quando si parla di tumori c’è ancora troppa omertà, bisogna discuterne, spiegare, informare. Il problema è ambientale ed è stato causato dal fatto che questo materiale dannoso è stato utilizzato per costruire le case. Chiunque lavori nell’edilizia si trova suo malgrado a starci a contatto… Mia moglie ha perso il padre che faceva l’imbianchino e mio padre sta ancora lottando con il mesotelioma… Il picco, secondo i dati diramati dall’Istat, sarà nel 2025…”.

Dino Ingrassia, vittima dell’amianto.

Tra cinque anni dunque le vittime del mesotelioma si saranno decuplicate ma pare che questo dato, più che drammatico, non interessi nessuno:

”… Mio marito Dino Ingrassia faceva l’idraulico ed è morto nel 2011 per mesotelioma a soli 33 anniaggiunge Giovanna Galizia, 42 anni, vedova dell’artigiano – era una persona stupenda, un papà esemplare per i nostri tre figli. Un onesto lavoratore che aveva costruito una splendida famiglia. Nel giro di pochi mesi dalla diagnosi è morto in un letto d’ospedale. Da allora chiedo giustizia per Dino e per le altre vittime dell’asbesto…”.

I muri di Biancavilla sono grigi. Quasi tutti grigi. E lo dicono gli stessi abitanti: è il colore della morte che fa paura a tutti. Un colore intriso di veleni che mai nessuno ha tentato di rimuovere.

Giovanni Galvagno, altra vittima dell’amianto.

Giovanni Galvagno, 44 anni, è stata la prima vittima di tumore ai polmoni ad annunciare la sua morte tramite Facebook. L’uomo aveva denunciato la situazione all’Osservatorio dell’Amianto e alla magistratura etnea stante il disinteresse di amministratori e politici. Il suo appello, l’ennesimo, sarebbe caduto nel vuoto come dimostrano i fatti. Eppure la scienza mette a disposizione metodi e strategie per limitare i danni dal terribile minerale.

L’asbesto utilizzato soprattutto per coperture industriali ed altri manufatti per l’edilizia
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa