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CATANZARO – GLI AFFARI DEL CLAN E LA EX SENATRICE DELLA LEGA: FARMACI ED RSA

La politica e gli affari della criminalità organizzata continuano a percorrere strade parallele. Connivenze e complicità spesso rendono vani gli sforzi degli inquirenti e forze dell'ordine.

Catanzaro – Essere o non essere? Felicitazioni o non felicitazioni? Partiamo da Matteo Salvini che fa i complimenti a Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, ma prende le distanze da Domenico Tallini, presidente del Consiglio regionale della Calabria, agli arresti domiciliari da giovedì 18 novembre 2020.

Le intercettazioni

Un brutto intralcio che ha creato qualche guaio ad Anna Mancuso, ex senatrice del Pdl ora in forza alla Lega, che da via Bellerio hanno cercato a tutti i costi di sistemare nel sottobosco regionale, per la gioia di alcuni e l’irritazione di altri anche all’interno del Carroccio. Mancuso, nata nel piccolo paese di Zagarise, in provincia di Catanzaro, è finita nell’orbita di Domenico Tallini e di Domenico Scozzafava, suo fido ambasciatore presso il clan dei Grande Aracri, con i quali ha a lungo discusso di un megaprogetto proprio in ambito sanitario.

Domenico Tallini

L’idea è mettere in piedi un centro servizi con Rsa, centro congressi e albergo annessi. Primo ma non ultimo di altri affari. Era l’estate del 2013 ed è lo stesso Scozzafava a raccontare, entusiasta, a Tallini certe prodezze: «Ha un bando grosso di 16 Milioni di Euro che vuole farlo qua, sul settore urbanistica che … praticamente le piace un terreno qua e vuole fare un grosso centro per tutte le operazioni … I malati, tutti dal nord e portarli qua … capito? Anche mi sa che è vice-sindaco a Monza». Tallini fiuta l’affare e ribatte «Tu dalle il numero di telefono mio … ci sentiamo per telefono no? … insieme magari … e poi fissiamo un appuntamento per vederci».

Ed in effetti i due si parlano poco dopo, l’ex senatrice gli anticipa i dettagli del progetto che racconta come «qualcosa per il sociale», si accordano per vedersi «a parte poi mercoledì tardi … siamo qua … perché vado a Zagarise nel primo pomeriggio che devo comprare le soppressate» ed evidentemente si intendono.

Domenico Scozzafava

«La “magnifica” presentazione del Tallini da parte dello Scozzafava aveva assai favorevolmente colpito i romani, i quali, in queste prime fasi, pressavano l’antennista catanzarese con i loro diversi progetti da presentare “all’Assessore“, appuntano gli inquirenti.

Anna Mancuso

Parliamo di affari e fra i tanti c’è anche quello di un consorzio per la distribuzione di farmaci, che è esattamente il business finito al centro dell’inchiesta che ha fatto finire ai domiciliari Tallini e in carcere Scozzafava. Del resto, fin dal principio, oltre al suo assessore di riferimento, l’antennista-faccendiere-grande elettore aveva passato subito l’informazione al clan dei Grande Aracri che nel tempo fa “proprio il progetto finanziandolo ed assumendone il governo” e lo controlla tramite l’avvocato di famiglia, Domenico, fratello del boss Nicolino.

Nicolino ed Ernesto Grande Aracri

Anche il giro dei professionisti però si allarga subito. Per mano del factotum di Mancuso, Walter Manfredi, da Roma arrivano anche il commercialista Paolo Del Sole, già operante nel settore farmaceutico, e il cugino di quest’ultimo, Raffaele Sisca, residente a Crotone.

Operazione Farmabusiness

I due finiscono per estromettere l’ex senatrice dall’affare, nonostante Scozzafava faccia di tutto per impedirlo. Saranno loro a costruire – insieme ai Grande Aracri e con il concreto apporto di Scozzafava e Tallini – quell’impero farmaceutico che ha finito per consorziare farmacie fra Calabria, Puglia ed Emilia Romagna. C’è del marcio nella sanità della Calabria, non c’è dubbio, ma anche in altre regioni con la puzza sotto il naso

 

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